In questa guida spieghiamo come si coltiva la gerbera.
Famiglia: Composite o Asteracee
Origine: Africa meridionale
Le due specie più conosciute, a partire dalle quali sono state prodotte tutte le cultivar più diffuse in commercio, sono Gerbera jamesonii e Gerbera viridifolia. La pianta con le sole foglie è poco ornamentale. Le foglie, in folta rosetta basale, sono lanceolate, talora molto incise
frastagliate, di color verde intenso. I fiori sono stupendi e molto decorativi.
Fiori: eretti, simili a grosse margherite dai folti petali (fino a 10-12cm di diametro) alla sommità di un lungo fusticino cilindrico privo di foglie; hanno colori vivaci e sgargianti dal giallo aranciato al rosso scarlatto, in tutte le sfumature intermedie della scala cromatica.
Esposizione: in inverno vuole molta luce, ma deve stare al riparo, nei periodi più caldi, dall’insolazione diretta che danneggerebbe irrimediabilmente le piante.
Annaffiatura: deboli in inverno e abbondanti in estate, senza mai mettere a bagno la pianta. Si faccia attenzione all’eccesso di Annaffiatura perché la pianta tende a marcire.
Terreno: necessita di terreno molto ricco, permeabile, sabbioso, con aggiunta di terriccio grasso o di fertilizzante.
Coltivazione: non è una pianta rustica ed è molto sensibile e vulnerabile al freddo. Viene abitualmente coltivata in serra, tranne che nei paesi del sud, e durante la stagione invernale va sempre attentamente riparata, al limite coprendola semplicemente di foglie secche.
Seminare in lettorino caldo (16 – 18 °C) con semi freschi (il potere germinativo dei semi diminuisce già dopo tre mesi), in marzo-aprile su un misto di sabbia e torba. Trapiantare le pianticelle in vasetti e mettere a dimora a fine maggio-giugno per avere la fioritura estiva. Nei paesi del Mezzogiorno è possibile seminare anche in ottobre.
Si può attuare anche la divisione dei cespi alla fine dell’inverno e ripiantare in terreno nuovo e arricchito.