Famiglia: Gigliacee
Origine: Isole Canarie
Il nome di questo genere deriva dal greco “drakana” che significa “drago femmina” e gli antichi credevano che la linfa di questa pianta appartenesse più a un animale fantastico che non a un individuo vegetale. La corteccia delle dracene vecchie trasuda una resina che, seccando, diventa rossa e crostosa e pertanto è chiamata “sangue di drago”. Il genere Dracena raggruppa una quarantina di specie molto diverse per aspetto e dimensioni, tutte proprie delle regioni tropicali del Vecchio Mondo. La dracena è particolare per la sua longevità, il suo portamento insolito e le sue dimensioni, talora enormi, che fanno concorrenza persino al baobab.
Le dracene millenarie delle Isole Canarie hanno un portamento simile a quello delle palme, con il fitto fogliame che incorona strani fusti contorti. Si tratta in realtà di un tronco che si biforca più volte in relazione all’età; ogni cima porta un ciuffo terminale di foglie lanceolate, carnose, simili a spade. Alla fioritura compare, in mezzo ad ogni ciuffo, uno stelo con numerosi piccoli fiori verdastri a grappolo. In un giardino nell’isola di Tenerife esisteva un esemplare di dracena di circa 5000 anni, che fu poi distrutto da un uragano nel 1868.
Riproduzione: si riproduce per seme e per talea di parti apicali. L’albero resta a lungo di proporzioni modeste, poi biforca il tronco e fiorisce soltanto verso i 30 anni. Il modo migliore di moltiplicare la Dracena draco è la margotta aerea, alla base delle ultime foglie dei rami giovani. E’ sufficiente circondare il rametto di muschio umido, trattenendovelo con un foglio di plastica trasparente legato alle due estremità. Dopo un mese a 20 °C circa la pianta emette radici robuste: non resta allora che separare la nuova piantina. La Dracena draco è usata nei giardini d’inverno, in piena terra o in grandi vasi, al centro di aiuole fiorite.