Averne uno sempre pronto nel frigo di casa, insieme a qualche fetta di crudo, permette di risolvere la cena d’estate con l’immancabile accoppiata “prosciutto e melone”: ma può essere anche aggiunto a cubetti in insalate, pastasciutte o piatti freddi, oltre che frullato in centrifughe ed estratti rinfrescanti.
Del resto nelle ultime settimane gli arrivi dei meloni al mercato sono all’insegna della qualità e della giusta quantità, complice il clima caldo e la buona umidità nelle zone di coltivazione. Quindi non ci sono scuse: acquistate e consumate i meloni anche ogni giorno, siamo nel pieno della stagione italiana!
In commercio di trovano storicamente due macro categorie di meloni: i lisci e i retati. I primi, detti anche cantalupi, si presentano con scorza abbastanza uniforme e sono così chiamati in omaggio alla località laziale dove venivano coltivate le scorte personali dei Papi. I meloni retati, più resistenti alle alte temperature e riconoscibili per i vistosi segni sulla scorza, crescono in tutta Italia durante l’intero il periodo estivo, con numerose cultivar: il primo a comparire è il Mundial siciliano, poi il dolcissimo Arper, il Mantovano IGP, il Magenta del Cavallino. I meloni lisci sono più pregiati per profumo e aroma, ma mal sopportano il caldo: la produzione è quindi più concentrata a nord, con l’HoneyMoon, il Pamir lombardo e il Tazio della zona del rodigino.
Forse non tutti sanno che esistono anche i cosiddetti meloni invernali, con polpa bianca o verde e buccia liscia, squisiti da ottobre ad aprile.
Storia e gloria
Le origini di questo frutto, immancabile nelle nostre tavole estive, sono in parte avvolte nel mistero: secondo alcuni proviene dall’Asia, secondo altri dall’Africa ed incerta è anche l’epoca di penetrazione nel bacino del mediterraneo. Nella Grecia antica troviamo traccia di un frutto definito “melon” o “pepon”, mentre Plinio documenta un utilizzo abbondante nell’Urbe dell’arancione “melopepo”, ma come verdura mischiato in insalata, non come frutto, e Diocleziano decretò una tassa sui meloni che superavano i 200 g di peso. Boccaccio cita “..i lunghi melloni ed i gialli poponi co’ritondi cocommeri” e il Ruccellai, agli inizi del 500, ci parla de “il cucumer torto dell’Etruria si chiama mellone e pare una serpe d’erba”. Per secoli ha regnato quindi una generale confusione su termini, utilizzo e forme di melone, anguria, cetriolo e zucca, essendo tutte specie della stessa grande famiglia delle cucurbitacee, spesso mescolati tra loro in vari incroci o innesti. Oggi possiamo però definire con certezza che il melone (popone al sud Italia) è uno squisito frutto estivo, versatile e facilmente declinabile in antipasti o piatti unici con prosciutto crudo o pepe, insalate miste, cocktail o dessert fantasiosi.
Curiosità: a caccia del melone perfetto
Un buon melone emana un profumo gradevole: se percosso con le nocche deve emettere suono pieno e le estremità non devono essere dure. Infatti un melone acerbo non svilupperà mai il grado zuccherino, tecnicamente detto grado brix, del 13% che fare in modo che sia considerato di buona qualità e conterrà meno beta-carotene, ferro, potassio e vitamina C rispetto al frutto maturo. Una volta acquistato, è meglio porre il melone in frigo avvolto dentro un sacchetto di carta per alimenti e quindi in un sacchetto di plastica, per evitare che trasmetta agli altri alimenti il suo tipico odore invasivo. Ultimo consiglio per chi lo trova un po’indigesto: provate a non bere molti liquidi insieme al melone per evitare un’eccesiva diluizione dei succhi gastrici ed agevolare la sua digestione.
RICETTA
PASTA FREDDA CON MELONE E MORLACCO D’ALPEGGIO
Ingredienti
400 g pasta corta,
mezzo melone retato,
un cucchiaio di pepi (pepe verde, pepe rosa, pepe nero),
150 g Morlacco d’Alpeggio,
1 limone,
1 mazzetto di mentuccia,
melissa e aneto tagliati grossolanamente,
4 cime di basilico per la guarnizione,
40 cl Olio extra vergine d’oliva, sale
Procedimento
Amalgamate in una terrina i pepi pestati grossolanamente, mezzo scorza del limone grattugiata, un pizzico di sale e l’olio. Eliminate la scorza e i semi dal melone, tagliate la polpa a piccoli pezzi – potete anche formare delle palline usando l’apposito scavino – unitela al preparato dei pepi e aromatizzate il tutto con le erbe aromatiche. Tagliate tre quarti del Morlacco a dadini e aggiungete alla salsa già preparata. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conditela con il sugo che avete preparato.
Utilizzate il restante Morlacco tagliato a dadi più grossi e il basilico per guarnire il piatto.