Il lapislazzuli è una pietra preziosa, di colore blu che porta al suo interno delle pagliuzze di oro. Nell’antico egitto era molto usata e amata. Si facevano dei gioielli…davvero “faraonici”, eccezionali!
Il nome è stato dato alla pietra in riferimento al suo colore. Infatti la parola è formata da “lapis” che significa pietra e da “azul” che in arabo significa blu . Le qualità più pregiate sono, come peraltro per tutte le altre pietre preziose, quelle più pure, quelle cioè che presentano meno inclusioni possibili, rilevabili a occhio nudo. Per dettagli sulle caratteristiche è possibile vedere questa guida sul lapislazzuli sul sito Pietrapreziosa.net.
Tieni presente che anche una presenza elevata di macchie bianche la deprezzano alquanto. Comunque alcuni gioielli di lapislazzuli raggiungano sul mercato alte quotazioni ed è maggiormente per questo se ne fanno volentieri parecchie imitazioni.
Se hai in progetto di acquistare qualche gioiello di lapislazzuli stai attenta a non essere gabbata. L’imitazione più difusa è la “pasta” di lapislazzuli, il cui valore è ovviamente molto molto basso.
In che consiste questa pasta di lapislazzuli? A seguito della lavorazione della pietra fuoriesce un residuo in polvere. Questo non viene buttato, ma lo si amalgama, con dei collanti particolari, alle resine.
L’impasto, che se ne ricava, molto grossolanamente si potrebbe paragonare, per intenderci, alle nostre paste malleabili che usiamo nella tecnica del modellamento. Ottenuto l’impasto questo viene lavorato nei laboratori di oreficeria e lasciato successivamnte indurire.
Come si pulisce un gioiello di vero lapislazzuli? Ricordati che è una pietra abbastanza delicata e devi stare attenta ed evitare tutte quelle occasioni o situazione che potrebbero involontariamente danneggiarla, graffiandola.
Sia quando ti accingi a pulirla che quando la riponi, tienila separata dagli altri gioielli, magari custodita in un sacchettino oppure in una scatola. Devo segnalare un’altra pecca della pietra: la sua elevata porosità.
Saprai senza dubbio quali svantaggi comporti la proprietà fisica della porosità, per la presenza sulla superficie di pori e microfessure che facilmente lasciano passare, assorbendoli, materiali liquidi e solidi.
Quindi sulle lunghe distanze il lapislazzuli ha bisogno di essere, spesso e volentieri, protetto e trattato con solventi chimici.
Per questa caratteristica “di fragilità” devi stare attenta a non indossare un gioiello di lapislazzuli prima della spruzzatina di profumo, per evitare di danneggiarlo. Indossilo solo dopo aver assolto a tale operazione.
Per quanto riguarda la pulizia della pietra, essa è molto semplice, quanto efficace. Prendi un pentolino, mettilo sul fuoco e aggiungi un po’ di detersivo per piatti o del sapone neutro. Fai riscaldare l’acqua e poi spegni. Attendi che essa s’intiepidisca alquanto.
Quindi cala nell’acqua saponata la pietra. Falla sostare per alcuni minuti e poi, una volta ripresa, la risciacqui sotto l’acqua corrente, spazzolandola delicatamente con uno spazzolino a setole morbidissime. Una volta risciacquata prendi un panno morbido di cotone e asciugala.
Un avviso importante. Quando, in fase di risciacquo, spazzoli il gioiello sotto l’acqua corrente sii previdente e molto accorta. Ottura il lavandino, e lascia che l’acqua del risciacquo si raccolga in esso. Perchè questo?
Nella lontana ipotesi che qualche “pietruzza” abbia a staccarsi dal gioiello e, perciò stesso, andare inesorabilmente perduta, risiucchiata all’istante dallo scarico dell’acqua, l’otturamento della vaschetta del lavandino renderà possibile la sua ricerca nell’acqua di deposito e conseguentemente il suo recupero.